Gestito da volontari, il centro accoglie un centinaio di ricci feriti o malati. 
Un libro della biologa di Reggiolo Marina Setti

L'oasi di Sculazzo, l'ospedale dei guerrieri dai mille aculei

Beatrice  Grisendi

NOVELLARA - Automobili, decespugliatori e inferriate sono solo  alcune delle principali cause che provocano il ferimento e la morte di un numero elevato di ricci,  piccoli mammiferi per i quali da pochi mesi è attivo un particolare asilo nell'oasi WWF dello Sculazzo, area protetta tra Novellara e Reggiolo.
Completamente gestita e finanziata da volontari, l'oasi ospita quasi un centinaio di ricci feriti, malati o orfani, che vengono nutriti, accuditi e curati con farmaci adeguati prima di essere trasferiti in un apposito recinto adibito alla degenza e, infine, liberati.
"Stiamo creando l'associazione Sos Ricci - afferma Carolina Jimenez, neolaureata in Scienze Naturali, attiva nell'organizzazione dell'oasi - abbiamo inoltre avviato l'iter per rendere lo Sculazzo un Cras (centro recupero animali selvatici) e, in seguito, anche un Cea (centro di educazione ambientale)".
Il neonato ospedale dei ricci vicino a Bernolda riconosce il proprio fondamento nell'attività di recupero e cura di questi animali intrapresa dalla biologa Marina Setti, che da tre anni accoglie e assiste ricci in difficoltà nella sua abitazione di Reggiolo ed è ormai diventata un punto di riferimento per chiunque si imbatta in quelli che i volontari dell'oasi chiamno "amici dalle mille spine".
Setti ha descritto la sua esperienza in un libro interamente dedicato ai ricci.  L'amore per questi ultimi ha indotto l'intraprendente biologa a contattare la redazione del programma "Cominciamo bene", che l'11 aprile l'ha ospitata nel corso della rubrica "Animali & animali", durante la quale è stata intervistata da Licia Colò.
"Marina non desidera mettersi in mostra personalmente: le iniziative che promuove sono volte a fare conoscere l'oasi, a sensibilizzare le persone e a raccogliere le risorse necessarie alla gestione ottimale della struttura", assicura Jimenez.
Dalla frutta al costoso latte per i ricci più piccoli, sino agli atrezzi agricoli, il materiale e gli strumenti basilari per il funzionamento dello Sculazzo sono numerosi e svariati, mentre uno è il requisito indispensabile per diventare volontario o adottare un millespine: amare la natura e condividere la missione dell'oasi.
Per informazionila referente è Jimenez: 340-396510, contattabile anche all'indirizzo di posta elettronica ginacarolina76@yahoo.it.
Per chiunque voglia sottoscrivere un'offerta per lo Sculazzo: "contatti" .

Ritorna