Anche l'università nell'oasi dei ricci

Sono ottimi "indicatori ecologici" per la salute dell'ambiente

REGGIOLO  22 maggio 2007

di Vittorio Ariosi

Crescono gli ospiti della biologa Setti

Il centro di recupero animali selvatici (sos Ricci Onlus), nelle valli di Novellara e Reggiolo, finalizzato al soccorso, alla riabilitazione e alla reimmissione nell'ambiente dei ricci orfani, malati o raccolti feriti, fondato e diretto dalla biologa reggiolese Marina Setti, sta diventando un punto di riferimento per il mondo accademico, oltre che per chi ama gli animali e la natura.
Dopo che i sindaci di  Novellara e Reggiolo, Raul Daoli e Mauro Panizza, hanno confermato alla onlus la disponibilità dell'oasi (4000 metri quadrati di terreno con una vecchia abitazione a due piani), nel parco sono stati realizaati un recinto con due laghetti e numerosi rifugi per i ricci; l'interno dell'edificio è attrezzato con servizi e spazi per la degenza dei ricci e la didattica, con un ambulatorio attrezzato per le analisi, le indagini strumentali e gli interventi.   Vi operano, oltre alla direttrice, la naturalista Carolina Jimenez, un veterinario ed alcuni volontari.

Marina Setti è stata ospite di varie trasmissioni televisive e ha pubblicato un libro ("Il Riccio - ci sono anch'io"!, Alberto Perdisa editore); dell'iniziativa si sono occupati giornali e radio.   Un'intensa "campagna" di divulgazione e di sensibilizzazione, per i ricci e, più in generale, per il rispetto della natura, che ha avuto come risultato il moltiplicarsi delle richieste di consulenze da ogni parte d'Italia e l'invio di animali da curare; con la conseguenza di mettere a dura prova la struttura, non scoraggiando ma stimolando ulteriormente l'impegno e lo spirito di iniziativa dei volontari.

Per il 2007 è stato messo a punto un progetto di ricerca con le università di Bologna, Padova, Trieste e Barcellona, in considerazione del fatto che "il riccio risulta un ottimo indicatore biologico della salute di un determinato territorio, per la  sua residenzialità e per la capacità di accumulare discrete quantità dei diversi inquinanti, sia metallici che organici".

Lei, intanto, la biologa, si preoccupa anche del benessere dei suoi piccoli e teneri amici fuori dall'oasi, ricordando che i ricci sono animali protetti e con alcune sollecitazioni, per i mesi di maggio, giugno e luglio, a tutti i cittadini che hanno un giardino: "in questi mesi bisogna spuzzare sui ricci visti la sera nel proprio giardino antiparassitari per le pulci e le zecche, posizionare ciotole basse con acqua fresca e cibo per i gatti, evitare di usare lumachicidi".

Per informazioni ulteriori (ed eventualmente per dare una mano): www.sosricci.it