Un ospedale per ricci nell'oasi Sculazzo

Finanziamenti della Manodori per il centro recupero selvatici
I piccoli animali utili per la lotta biologica agli insetti nocivi

Vittorio Ariosi

Novellara-Reggiolo.  Una buona notizia per i ricci e per chi ama questi spinosi animaletti, utili all'agricoltura perchè grandi mangiatori di insetti nocivi.  La Fondazione Pietro Manodori ha concesso un contributo di 5 mila euro per il potenziamento del Cras (Centro recupero animali selvatici), specializzato in ricci, realizzato circa due anni fa nell'oasi Wwf dello Sculazzo, nelle valli per iniziativa della biologa reggiolese Marina Setti, con il sostegno dei Comuni di Novellare e Reggiolo.

Di centri per il recupero dei ricci ne esistono da tempo in altri paesi europei, ma questo è il primo in Italia.
Molto soddisfatta la dottoressa Setti, con da sempre una particolare passione per questi simpatici mammiferi, soggetti a molti pericoli. "il contributo della Fondazione Manodori - spiega - ci consente di attrezzare due locali del rifugio, per il pronto intervento veterinario sui ricci che ci arrivano feriti, con anche una sterilizzatrice e alcune incubatrici per salvare i piccoli orfani che hanno meno di trenta giorni.
Un costo notevole per noi rimane l'allattamento, perchè i ricci sono intolleranti al lattosio e possono essere alimentati solo con un unico surrogato, l'Esbilac, non certo a buon mercato".

Intento i pochi volontari del gruppo stanno realizzando un secondo recinto, dopo, quello costruito due anni fa, per lo svezzamento e le cure degli esemplari che ne hanno bisogno, prima di essere rimessi in libertà.
Attualmente i volontari hanno in carico una novantina di individui: una cinquantina nell'oasi e 40 a casa della Setti.  Provenienti da tutta la provincia, ma anche dalle provincie limitrofe, alcuni dalla Sardegna.

I ricci si aliemntano prevalentemente di insetti, ma anche di lombrichi e lumache;  dormono 18 ore al giorno e rimangono svegli solo 6 ore di notte.  Vanno in letargo verso la fine di ottobre e si svegliano, se la temperatura è mite, nella prima metà di aprile.   Proprio in questi giorni c'è molto lavoro allo Sculazzo, perchè al risveglio i ricci spesso sono sotto peso, hanno problemi renali e sono tormentati dalle zecche.

Il gruppo si chiama SOS RICCI ONLUS.

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