Montespertoli (Fi)

Caso ricci: dissipati i dubbi sul
latte di mucca

di Duccio Boldrini

 

Negli ultimi due numeri di Metropoli abbiamo raccontato due storie di famiglie montespertolesi che avevano avuto a che fare con la cura di alcuni ricci.

Dal primo racconto, supportato da alcune ricerche scientifiche, abbiamo appreso un’informazione molto utile per chiunque volesse “adottarne” uno e volesse evitare di ucciderlo involontariamente: il latte di mucca è per loro letale. Nel secondo racconto riferivamo la storia di una famiglia che invece aveva fatto crescere alcuni ricci con il latte di mucca e che non aveva riscontrato problemi. Il secondo racconto sembrava smentire il primo, ma non era in effetti supportato da nessuna dimostrazione scientifica.

Considerando le discussioni che si sono create sull’argomento, abbiamo deciso di chiarire l’argomento con delucidazioni scientifiche con una delle maggiori esperte in Italia sulla cura di questi animali: Marina Setti, responsabile da 5 anni di una centro di recupero, nelle valli del Po di Reggio Emilia, specializzato nella cura e riabilitazione dei ricci.

Dottoressa Setti, ma il latte vaccino uccide i ricci o no?

«Assolutamente sì; l'alimentazione corretta è fondamentale per la salute del riccio. Il latte di mamma riccia è ricco in grassi, ma poverissimo in zuccheri. Il lattosio, lo zucchero del latte, è presente solo in piccolissime tracce. I ricci non riescono a digerire il latte vaccino per mancanza, nel loro sistema digestivo, dell'enzima lattasi. Il latte vaccino è troppo ricco di lattosio e quindi assolutamente proibito per evitare il rischio di gastroenteriti letali. Il sostituto del latte che ha dato risultati migliori in questo ambito è Esbilac».

Ma allora come spiega la storia della famiglia che li ha allevati con latte di mucca parzialmente scremato?

«Non è neppure discutibile il sostenere che il latte vaccino faccia bene ai ricci. Chi lo ha somministrato non ha considerato molti fattori: animali diversi, con diversi pesi, età, stato di salute, periodo dell'anno, quantitativi e ripetizioni nella settimana di tale alimento...! Ognuno di questi fattori condiziona in modo diverso l'effetto dell'intolleranza».

Come si deve comportare chi dovesse trovare un riccio?

«I ricci orfani non vanno lasciati soli nel nido, ma raccolti e portati al più vicino centro di recupero animali selvatici o alla polizia provinciale, corpo forestale, ecc. I ricci sono animali selvatici per cui la loro custodia temporanea deve essere prima autorizzata dai centri già citati; nell'attesa di una più giusta collocazione devono essere alimentati e gestiti in modo corretto. Per esempio somministrare Esbilac ogni 3 ore, giorno e notte, se gli occhi sono ancora chiusi; massaggiare il pancino per facilitare l'evacuazione, dopo ogni poppata; tenerli al caldo, perchè soffrono di ipotermia».

Maggiori informazioni su www.sosricci.it .

 

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